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Alimentatori lineari

Continua, alternata e alimentatori

Per ragioni tecniche ed economiche l'energia elettrica viene prodotta, trasmessa e distribuita usando sistemi a tensione alternata1). L'utilizzazione dell'energia elettrica avviene sia in alternata che in continua. Gran parte degli apparecchi che possiamo ricondurre all'ambito dell'elettrotecnica - che si occupa di energia - funzionano in alternata2), ad esempio:

Gli apparecchi elettronici invece - che si occupa di segnali - funzionano in continua, o meglio, hanno bisogno di un'alimentazione in continua per elaborare e trasmettere segnali di piccola potenza che rappresentano informazioni3).

In entrambi i casi gli apparecchi hanno bisogno di un'alimentazione che fornisca loro l'energia elettrica per funzionare. In genere si presentano due situazioni:

Una lampada può essere costruita sia per funzionare in continua (torcia, auto) che in alternata (quelle di casa) ma un apparecchio elettronico ha sempre bisogno di un alimentazione continua e non può essere direttamente alimentato dalla rete; per farlo funzionare serve un alimentatore, un apparecchio che preleva l'energia dal sistema di tensione in alternata della rete e fornisce in uscita un sistema di tensione continua del valore adatto. Tutti gli apparecchi elettronici di consumo usano un alimentatore:

Ovviamente gli alimentatori non sono tutti uguali e non sono interscambiabili: potenza erogata, tensione in uscita, efficienza, compattezza sono solo alcune delle caratteristiche che li contraddistinguono. Anche le soluzioni tecniche impiegate sono molto diverse; volendo fare una prima classificazione possiamo parlare di:

Funzionamento e problematiche principali

Un alimentatore può essere scomposto in più stadi, ognuno con una determinata funzione:

stadi di un alimentatore non stabilizzato

Gli alimentatori non stabilizzati come quello in figura comprendono solo questi primi tre stadi e producono in uscita una tensione quasi continua che però non è adatta ad alimentare la maggior parte dei componenti elettronici perché non sufficientemente stabile5). La tensione infatti varia:

Per ottenere una tensione con migliori caratteristiche è necessario un ulteriore stadio detto regolatore o stabilizzatore che compensi automaticamente le variazioni della tensione in uscita. Negli alimentatori lineari questo compito è affidato a componenti a semiconduttore che producendo una caduta di tensione variabile regolano la tensione al valore desiderato. Esistono varie tipologie di regolatori lineari; elencandoli con complessità e prestazioni crescenti:

Nelle applicazioni con potenze non elevate la soluzione integrata è diffusissima perché:

Tuttavia presenta dei difetti:

Regolatore con diodo zener

Il regolatore più semplice in assoluto è quello mostrato in figura e sfrutta un Diodo_Zener, polarizzato inversamente, per imporre la tensione VZ al carico.

regolatore con diodo zener

Per un corretto funzionamento occorre:

Queste due condizioni si soddisfano scegliendo il valore di R considerando:

Caratteristica di un diodo zener

I difetti principali di questo tipo di regolatore sono:

Per un esempio con il dimensionamento del circuito si veda l'esempio 5 del paragrafo 5 sezione 11A del testo di elettronica, che mette in evidenza anche il limiti di questa soluzione8).

Regolatore con zener e transistor

Il regolatore in figura9) impiega un transistor BJT insieme al diodo zener10).

regolatore con diodo zener e transistor

Questo circuito ha un comportamento migliore di quello col solo diodo; in particolare:

Per una comprensione completa del circuito è necessario conoscere il funzionamento dei transistor BJT; in questa sede limitiamoci a dire che:

Caratteristica di ingresso di un BJT

Osservando il circuito notiamo che:

Per comprendere come funziona la regolazione basta considerare che il valore di `V_O` dipende da due grandezze quasi costanti; inoltre il circuito presenta una retroazione negativa in grado di correggere automaticamente il valore della tensione in uscita. Immaginiamo ad esempio che `V_O` aumenti; la tensione `V_(BE)` - supposta `V_Z` costante - tenderà a diminuire e con essa la corrente `I_B`; la corrente del collettore `I_C` calerà per effetto del calo di `I_B` e con lei la tensione in uscita `V_O= R_L I_C`, compensando l'aumento iniziale.

Per dimensionare la R si usa la formula:

`R=(V_(i_(min))-V_Z)/(I_Z + I_(Oma\x)/h_(FE))`

dove si considera la tensione minima in ingresso, la `V_Z` e la corrente che si desidera circoli nello zener, il guadagno del transistor e la corrente massima al carico.

Regolatori integrati a tre terminali

I regolatori integrati sono i più utilizzati nelle applicazioni di piccola potenza perché hanno ottime prestazioni, sono affidabili e molto economici. Sono anche molto semplici da utilizzare, infatti:

I due integrati a tre terminali più comuni sono:

Si utilizzano collegando la tensione non stabilizzata tra il terminale Vin e GND e prelevando la tensione regolata tra Vout e GND. Di solito12) si mettono due condensatori di bypass, uno in ingresso e uno in uscita, come nello schema seguente:

Circuito base per regolatore LM7805 a tensione fissa

Il condensatore C1 serve a filtrare i disturbi se l'alimentazione è distante (non sostituisce il condensatore del raddrizzatore!) mentre C2 migliora la stabilità e la velocità di risposta in uscita. Nei datasheet degli integrati sono elencate tutte le caratteristiche dei vari regolatori13); le più importanti sono:

La tensione di dropout è particolarmente importante: indica la minima differenza tra la tensione di ingresso e di uscita perché il regolatore funzioni correttamente14). Negli integrati della serie 78xx la tensione di dropout vale 2,5 Volt quindi servono almeno 7,5V in ingresso per ottenere 5V stabilizzati in uscita15).

Per un corretto utilizzo di questi regolatori è importante valutare la potenza dissipata (prodotto tra la caduta di tensione sul regolatore e corrente al carico) per stabilire se, nelle condizioni di impiego previste, è necessario montare un dissipatore.

Per capire come funzionano questo tipo di regolatori consideriamo lo schema semplificato in figura.

schema semplificato di un regolatore integrato

Il circuito si comporta come un generatore di corrente comandato in tensione che, regolando la corrente su `R_L`, impone una tensione costante al carico. Il controllo sfrutta la retroazione (feedback): la tensione in uscita viene misurata e confrontata con una tensione di riferimento costante (la VZ) e la differenza tra le due viene usata per regolare la corrente al carico. Nel circuito si riconoscono:

Risorse

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1)
con le dovute eccezioni, i pannelli fotovoltaici ad esempio
2)
Questa distinzione è molto approssimativa: usiamo lampade che funzionano in continua (in un auto o una torcia elettrica), motori in continua (dai giocattoli ai treni) e molti elettrodomestici contengono componenti elettronici o un sistema di alimentazione in continua.
3)
Anche questa è una generalizzazione: il campo dell'elettronica di potenza si occupa di energia e in alcuni casi i segnali sono associati a quantità di energia significative
4)
non sempre è presente
5)
per il dimensionamento di questo tipo di alimentatori si veda il paragrafo 4 sella sezione 11A del testo di elettronica
6)
la pendenza della caratteristica nella zona di conduzione inversa, che non è verticale
7)
con poca corrente al carico e la resistenza R dimensionata per IOmax lo zener dissipa molta potenza
8)
il calcolo del valore massimo di R e della corrente massima sullo zener è anche negli appunti di elettronica di quarta
9)
si veda anche la scheda integrativa 14A.1 dal testo di elettronica
10)
il BJT è usato nella configurazione a collettore comune come inseguitore di emettitore con Ve circa uguale a Vb
11)
questa relazione vale solo se si utilizza il transistor nella zona attiva lineare evitando le zone di saturazione e interdizione sfruttate invece nel funzionamento in commutazione tipico delle applicazioni digitali o di potenza
12)
in alcuni casi si possono addirittura omettere!
13)
e molte altre informazioni e raccomandazioni applicative; ad esempio sulla larghezza delle tracce, il posizionamento dell'integrato nel layout, la scelta dei condensatori e dei dissipatori, ecc.
14)
in alternativa viene indicata la Vin minima
15)
in commercio esistono anche regolatori low-dropout (LDO) con tensione di dropout particolarmente bassa (0,7 V) utili quando l'alimentazione è a batterie perché hanno maggiore efficienza e permettono di sfruttare al meglio la poca tensione disponibile