Indice
2. L'hardware
2.1 L'architettura del personal computer
Quando si progetta un computer bisogna indicare quali componenti verranno utilizzati e come interagiranno tra loro, cioè definire quella che viene detta architettura hardware del PC. L'architettura dei computer odierni si basa su un modello molto semplice detto macchina di Von Neuman che comprende cinque elementi:
- il processore (CPU)
- la memoria centrale (RAM)
- i dispositivi di input
- i dispositivi di output
- il bus di comunicazione
Si tratta di un modello molto semplificato ma adatto a descrivere il funzionamento di un vero computer. Ecco cosa avviene quando un PC esegue delle elaborazioni:
- un programma, cioè una lista di istruzioni che dicono al PC cosa fare, viene prelevato dai dispositivi di input e memorizzato temporaneamente nella RAM
- i dati, cioè le informazioni che devono essere elaborate, vengono prelevate dai dispositivi di input e memorizzati temporaneamente nella RAM
- la CPU preleva programma e dati dalla RAM, elabora le informazioni seguendo le istruzioni e memorizza i risultati di nuovo nella RAM
- i risultati dell'elaborazione vengono trasmessi ai dispositivi di output o memorizzati in modo permanente nella cosiddetta memoria di massa
Tutte queste operazioni sono coordinate dal sistema operativo, il software principale di un PC che si occupa di controllare l'esecuzione dei programmi e trasferire dati e informazioni attraverso il bus di comunicazione. Il bus è il canale che mette in comunicazione le varie parti del computer permettendo di trasferire i dati tra input, output, RAM e CPU.
La velocità di elaborazione di un computer dipende sostanzialmente da due fattori:
- la velocità della CPU che esegue le operazioni
- la velocità della memoria RAM, dove i dati vengono letti e scritti in continuazione
La RAM è un tipo di memoria molto veloce ma ha una capacità ridotta e conserva i dati solo finché il computer è acceso. Per conservare grandi quantità di dati in modo permanente si utilizzano dei dispositivi di memorizzazione come DVD o hard disk detti memoria di massa. Si tratta di dispositivi più lenti della RAM ma di grande capacità che sono in grado di conservare i dati anche a computer spento.
I vari componenti che formano un PC sono montati su una scheda elettronica detta scheda madre (motherboard) il cui compito è mettere in collegamento le varie parti attraverso il bus e permettere di aggiungere o sostituire componenti interni (utilizzando i connettori PCI, SATA, RAM, il socket CPU) e collegare periferiche esterne (con le porte USB, VGA, ethernet, Firewire, audio, PS2, ecc.).
2.2 La memoria RAM
La memoria RAM è prodotta in moduli (o banchi) che vanno inseriti in appositi connettori nella scheda madre. Sostituire o aumentare la memoria RAM è un'operazione abbastanza facile, anche se non alla portata di tutti.
Nei banchi di memoria ci sono dei circuiti integrati (chip): componenti elettronici miniaturizzati racchiusi in un involucro di plastica nera che contengono milioni di transistor. Ognuno di questi transistor è in grado di memorizzare un bit di informazione, cioè il valore 0 o 1. Un un gruppo di otto bit è chiamato byte e ad ogni byte della RAM è associato un indirizzo che permette di trovare le informazioni quando è necessario scrivere o leggere dalla memoria. Il nome RAM, che in inglese significa random access memory, è dovuto proprio a questa caratteristica di poter accedere direttamente ai dati contenuti in memoria conoscendo il loro indirizzo (in questo contesto “accesso casuale” significa “accesso non sequenziale”).
La capacità della memoria RAM, cioè la quantità di dati che è in grado di immagazzinare, è espressa in multipli del byte, in genere milioni di byte (megabyte Mb) o miliardi di byte (gigabyte Gb). Nei computer odierni la RAM installata è almeno 1Gb. Questa memoria viene utilizzata dai programmi in esecuzione per i dati, le istruzioni e i risultati delle elaborazioni; quando un programma viene chiuso la RAM occupata dal programma viene “liberata”, cioè cancellata e messa a disposizione del sistema operativo per essere riutilizzata da altri programmi.
Un computer è in grado di eseguire più programmi contemporaneamente: il sistema operativo controlla l'esecuzione dei programmi e gestisce le risorse del PC assegnando ad ognuno una parte della memoria RAM. Questa capacità, detta multitasking, è particolarmente utile perché ci permette ad esempio di scriver un testo con Word mentre ascoltiamo un MP3 con Winamp e scarichiamo un file con Bittorent. Naturalmente più programmi eseguiamo contemporaneamente e più RAM viene occupata; se tutta la memoria viene impegnata il computer rallenterà moltissimo perché sarà costretto a scrivere una parte dei dati destinati alla RAM sul disco, che è molto più lento.
Alcuni programmi, in particolare quelli multimediali come videogiochi, programmi grafici o per il montaggio video, richiedono molta memoria RAM per funzionare. In molti casi la capacità RAM del PC è indicata nei requisiti minimi indicati dai software per funzionare correttamente; ad esempio per utilizzare il sistema operativo Windows 7 è richiesto almeno 1Gb di RAM.
2.3 Il microprocessore o CPU
Il microprocessore o CPU (Central Processing Unit) è un circuito integrato sofisticatissimo che contiene al suo interno
- una unità aritmetico logica (ALU) che è in grado di svolgere operazioni aritmetiche (per es. sommare due numeri) e operazioni logiche che hanno per risultato vero/falso (per es. “2 > 1?”, “è stato premuto un tasto del mouse?”)
- una unità di controllo che gestisce il trasferimento di dati e istruzioni tra la CPU e la RAM
I processori sono dei dispositivi elettronici digitali e al loro interno operano in codice binario. Prima di essere eseguita ogni istruzione - quindi ogni operazione svolta dalla CPU - viene scomposta e trasformata in altre più semplici, cioè codificata nel linguaggio macchina caratteristico di quel particolare tipo di microprocessore. Questo permette di scrivere programmi più semplici utilizzando istruzioni più complesse e “potenti” di quelle direttamente interpretabili dalla CPU.
Il compito dell'unità di controllo è
- trasferire dati e istruzioni dalla RAM nei registri della CPU
- interpretare le istruzioni
- indicare alla ALU quale operazione eseguire
- trasferire i risultati nella RAM
I registri si trovano all'interno della CPU e servono a immagazzinare temporaneamente dati e istruzioni. La dimensione dei registri, chiamata word (parola), è l'unità elementare dei dati che un processore è in grado di trattare ogni volta che esegue un'operazione. I primi PC avevano registri a 8bit; oggi le CPU hanno word da 32 o 64bit e sono in grado di trattare dati di dimensioni molto maggiori. All'interno dei processori troviamo anche una speciale memoria detta cache: una specie di RAM superveloce integrata direttamente nella CPU, che conserva pochi dati recenti per renderli immediatamente disponibili. La cache ha una capacità di pochi Mb ma è in grado di aumentare notevolmente la velocità di elaborazione di un PC.
Le operazioni che esegue un microprocessore sono sincronizzate e scandite da un segnale elettrico detto clock (orologio) di sistema. La velocità di clock è una caratteristica fondamentale di una CPU e in genere è un indice della velocità di un microprocessore. I processori di oggi hanno frequenze di clock che vanno da 1 a 3GHz (gigahertz), sono cioè in grado di compiere fino a tre miliardi di operazioni elementari al secondo (in realtà alcune operazioni devono essere scomposte e vengono eseguite in più cicli di clock).
Oggi esistono varie tipologie di microprocessori: nei nostri PC vengono utilizzate CPU della famiglia x86, come gli Intel Core i5 (a 64bit) dei PC del nostro laboratorio; ma esistono anche CPU specializzate per compiti speciali, ad esempio:
- le CPU ARM usate negli smartphone e nei router
- le GPU delle schede video dei PC
- i DSP, i microcontrollori e le CPU dei PLC, usati in automazione
Il progresso nel campo dei processori è stato inarrestabile, tanto che è ancora valida la legge di Moore (dal nome di uno dei fondatori della Intel) che afferma che ogni due anni raddoppia in numero di transistor che è possibile integrare nel chip di una CPU. Aumentare il numero dei transistor significa ottenere processori più veloci ma anche aumentare la quantità di calore che viene dissipata dentro una CPU che deve essere smaltita con un dissipatore e una ventola.
Negli ultimi anni si sono affermati i processori multi core. Questa tecnologia permette di integrare due o quattro processori in un unico chip e ogni CPU è in grado di eseguire autonomamente un compito, come se si avessero a disposizione due PC. Questo ha consentito di aumentare le prestazioni dei PC, a patto di utilizzare un sistema operativo e del software concepiti in modo da sfruttare due o più processori contemporaneamente.
2.4 Il bus e il trasferimento dei dati
In un computer i dati e le istruzioni sono rappresentati in codice binario, cioè come sequenze di 0 e 1, e sono rappresentati da dei segnali elettrici. Il bus è l'insieme dei circuiti elettrici su cui viaggiano questi segnali ed è usato per trasferire dati e istruzioni tra i vari componenti del PC.
Uno dei fattori che determina le prestazioni di un PC è la velocità del bus, normalmente espressa in megahertz (MHz). Quando si specifica la velocità del bus viene indicato anche il numero di bit trasportati contemporaneamente; ad esempio un bus da 33MHz a 16 bit è in grado di trasferire in un secondo 33 milioni di dati grandi 16 bit.
Il bus di comunicazione è parte della scheda madre di un PC che collega tra loro componenti come tastiera, mouse, video, hard disk, CPU, RAM, ecc. Questi componenti sono molto diversi tra loro, sia per il compito svolto che per la velocità a cui operano. Ad esempio un mouse o una stampante sono dispositivi lenti e possono essere scollegati anche a PC acceso; la RAM invece è velocissima e la sua sostituzione è complicata e va fatta a PC spento. Per questo motivo per i vari componenti si utilizzano non solo connettori diversi (quello USB ad esempio pratico ed economico) ma bus diversi.
Esistono due tipologie di bus:
- seriali: più semplici ed economici perché fanno uso di pochi conduttori
- paralleli: più costosi e complicati ma - almeno un tempo - più veloci perché trasmettono i dati su più conduttori contemporaneamente
I bus più utilizzati che troviamo nelle schede madri dei PC sono:
- SCSI e ATA: bus paralleli per hard disk e lettori ottici
- SATA: bus seriale per hard disk e lettori ottici che ha soppiantato il bus ATA
- PCI: bus parallelo per schede di espansione
- AGP: bus parallelo per schede video
- PCI Express: bus seriale che ha soppiantato l'AGP
- USB: bus seriale particolarmente semplice e versatile per collegare vari tipi di periferiche esterne (stampanti, tastiere, mouse, scanner, webcam, ecc.)
- FireWire: bus per periferiche esterne ad alta velocità, come hard disk, schede audio o videocamere
2.5 La memorizzazione dei dati
I dati e i programmi che utilizziamo quando usiamo un PC sono immagazzinati in forma digitale nei file. Ogni file è una specie di “contenitore di informazioni” conservato su un supporto di memorizzazione come un hard disk una chiavetta USB o un DVD. Questi supporti sono detti anche memorie di massa e possono contenere un gran numero di file in maniera permanente.
Nel sistema operativo Windows i dispositivi di memorizzazione sono chiamati unità e sono indicati con delle lettere; l'hard disk su cui è installato Windows è indicato dall'unità C:
, gli altri dispositivi con altre lettere (ad esempio la nostra cartella di rete personale è indicata dall'unità Z:
).
Per utilizzare dei dati o dei programmi dobbiamo aprire o leggere il file corrispondente, quando creiamo o modifichiamo dei dati dobbiamo salvare o scrivere il file su un supporto di memorizzazione. Non sempre è possibile salvare un file (non è possibile salvare su un DVD o un CD-ROM).
Le principali caratteristiche di un dispositivo di memorizzazione sono:
- la capacità, cioè la massima quantità di dati che può contenere espressa in megabyte (MB) o gigabyte (GB)
- il tempo di accesso, cioè il tempo impiegato per “trovare” un file e cominciare a leggerlo
- la velocità di trasferimento, cioè la quantità di dati che possibile trasferire in un secondo
Queste caratteristiche cambiano da dispositivo a dispositivo; ad esempio i nastri magnetici usati per il backup hanno una buona capacità e un costo contenuto ma sono lenti, gli hard disk invece sono molto più veloci.
Il dispositivo di memorizzazione principale presente in ogni PC è l'hard disk (o disco fisso o disco rigido). E' un dispositivo magnetico con tempo di accesso ridotto e grande capacità adatto ad ospitare il sistema operativo, i programmi e i dati che devono essere conservati in modo permanente e utilizzati di frequente.
All'interno di un hard disk sono presenti dei dischi ricoperti di un materiale magnetico che ruotano velocemente. La lettura e scrittura sul disco sono effettuate da una testina che si posiziona su un'area precisa del disco e la magnetizza (scrittura) o ne rileva lo stato magnetico (lettura).
Nel sistema operativo Windows è possibile conoscere la capacità dell'hard disk di un PC cliccando col pulsante destro sull'unità corrispondente (in genere C:
) e selezionando Proprietà. I computer odierni montano hard disk con capacità da 500GB a 2TB (terabyte, ossia migliaia di gigabyte).
Oggi sono piuttosto comuni anche i dispositivi rimovibili, così chiamati perché è possibile collegarli e scollegarli dal PC. Questo tipo di dispositivi sono utili per:
- eseguire backup, ad esempio con gli hard disk USB esterni o i nastri magnetici o i DVD
- trasferire file tra computer, ad esempio con le chiavette USB
- scambiare dati con altri dispositivi elettronici, come le memory card delle macchine fotografiche o dei cellulari
Un'altro tipo di dispositivi di memorizzazione sono le unità di rete, così chiamate perché permettono di leggere e salvare dati su hard disk di altri computer collegati in rete. Il vantaggio è quello di poter condividere i nostri dati o accedervi da più computer, purché collegati in rete con quello che ospita i nostri dati. I principali svantaggi, oltre ad una maggiore complessità, sono una velocità e una capacità ridotte. L'unità Z:
nei PC del nostro laboratorio è una unità di rete e i dati contenuti in essa sono archiviati negli hard disk del server della nostra scuola posto nel laboratorio 16.
2.6 Il disco rigido o hard disk
Il paragrafo approfondisce alcuni aspetti non essenziali sul funzionamento dell'hard disk.
Ogni hard disk contiene dei piatti rigidi ricoperti di un materiale magnetico su entrambe le facce. Ogni piatto è suddiviso in tracce (anelli concentrici), settori (una “fetta” del disco) e cluster (insieme di settori di una traccia vicini tra loro). Su entrambe le facce di ogni piatto si muove una testina che contiene un piccolo elettromagnete in grado di leggere o scrivere, rilevando lo stato magnetico o magnetizzando l'area su cui è posizionata la testina. Quando il PC è acceso i dischi ruotano continuamente a velocità elevata (7200 giri al minuto) in modo da accedere velocemente all'area dove sono contenuti i dati da leggere o scrivere.
Negli hard disk è presente anche la cache, una memoria simile alla RAM ma di dimensioni ridotte, utilizzata per memorizzare temporaneamente i dati vicini a quelli richiesti che probabilmente serviranno da lì a poco. Questo permette di ridurre il tempo di accesso e migliorare le prestazioni.
Gli hard disk molto delicati, specialmente quando sono in funzione. Basta un piccolo urto o una minuscola quantità di polvere per danneggiarli irreversibilmente.
I sistemi operativi utilizzano l'hard disk anche come memoria virtuale, cioè usando una parte del disco come se fosse memoria RAM aggiuntiva. Questo permette di liberare un po' di memoria RAM spostando una parte del suo contenuto sul disco, migliorando le prestazioni del computer quando troppi programmi in esecuzione occupano tutta la memoria disponibile.
2.7 Il CD-ROM e il DVD
Il CD-ROM e il DVD-ROM sono supporti di memorizzazione ottici digitali. Per utilizzarli serve un dispositivo chiamato lettore (può solo leggerli) o masterizzatore (può scrivere su alcuni tipi di supporti). La loro grande diffusione è dovuta al fatto che sono utilizzati per distribuire musica (CD) e film (DVD) da quando i supporti digitali hanno sostituito i vecchi supporti analogici (LP in vinile e videocassette). CD e DVD hanno avuto un grande successo anche nei PC: sono tuttora usati per distribuire programmi e, prima che esistessero le chiavette USB, erano il sistema più pratico per scambiare dati; per questo quasi ogni PC è dotato di un lettore o di un masterizzatore.
Esistono diversi tipi di supporti ottici, tutti compatibili con un normale lettore o masterizzatore:
- il CD (Ccompact Disc): sono i CD audio utilizzati negli stereo e nelle autoradio
- CD-ROM (CD Read Only Memory): come il CD ma utilizzato nei PC anche come supporto di memorizzazione per dati
- CD-RW (CD Rewritable o riscrivibile): come il CD-ROM ma cancellabile e riutilizzabile
- DVD (digital versatile disc): hanno una capacità maggiore del CD e contengono film o video; sono utilizzati nei lettori collegati alle TV
- DVD-ROM (DVD Read Only Memory): come il DVD ma utilizzato nei PC anche come supporto di memorizzazione dati
- DVD-RW (DVD Rewritable): come come il DVD-ROM ma cancellabile e riutilizzabile
Su alcuni di questi supporti è possibile solo leggere (CD, DVD, CD-ROM usati per distribuire programmi), altri possono essere creati col proprio PC (CD-ROM, DVD-ROM, CD-RW) inserendo dei file su un supporto vergine, cioè su un disco vuoto. Questa operazione è detta masterizzazione e può essere fatta una sola volta; una volta masterizzato il CD-ROM non è più possibile scrivere sul disco; non si possono aggiungere o cancellare dati dopo la masterizzazione. Un caso a parte sono i supporti riscrivibili, che dopo essere stati creati possono essere cancellati e nuovamente masterizzati.
I dispositivi ottici hanno caratteristiche molto diverse rispetto ai dischi rigidi: sono supporti interscambiabili, resistenti ed economici che permettono di archiviare dati in maniera sicura per molto tempo e sono facili da utilizzare perché quasi ogni PC è dotato di un lettore o un masterizzatore. Presentano però questi svantaggi:
- scarsa capacità: un CD-ROM permette di memorizzare fino a 800MB di dati, un DVD-ROM fino a 4,7GB; esistono altri formati meno comuni con capacità maggiori (DVD a doppio strato e dischi Blu-ray) ma richiedono lettori e masterizzatori “speciali” più costosi e ancora poco diffusi
- bassa velocità di lettura e scrittura: è spesso indicata da un moltiplicatore che indica quante volte è più veloce rispetto ad un CD audio o un DVD video; in ogni caso il tempo di accesso e la velocità sono molto inferiori a quelle di un hard disk
- praticità nella scrittura: i dati vengono scritti insieme tutti in una volta; il processo è lento e non è sempre esente da errori; non è possibile aggiungere o cancellare file una volta creato il CD o DVD
Nei supporti ottici i dati sono memorizzati su un solo lato del disco e sono contenuti in forma digitale su delle tracce composte da una sequenza di minuscoli forellini. Il lettore di CD mette in rotazione il disco e legge i dati grazie ad una testina posizionata su una traccia. La testina emette un raggio laser e contemporaneamente rileva la luce riflessa dal disco, distinguendo le zone con i forellini da quelle che ne sono prive. Il risultato è una sequenza di bit (0 o 1) che è la rappresentazione digitale delle informazioni memorizzate sul disco. Nei masterizzatori, durante la scrittura, viene aumentata l'intensità del raggio laser, in modo da incidere dei forellini sulla superficie liscia del supporto vergine.
2.8 Che cosa succede quando si avvia il computer
Quando accendiamo un computer questo non è immediatamente pronto per essere utilizzato - come una TV o uno stereo - ma occorre prima caricare il sistema operativo che si occuperà di gestire le risorse hardware e coordinare l'esecuzione dei programmi applicativi.
All'accensione vengono svolte una serie di operazioni:
- viene eseguito uno speciale programma contenuto in un chip della scheda madre: il BIOS
- il BIOS avvia la fase POST che rileva l'hardware collegato alla scheda madre e controlla che tutto funzioni correttamente
- viene cercato su un disco il bootloader, un piccolo programma che carica il sistema operativo
Questo sequenza di operazioni, dall'avvio al caricamento del sistema operativo, viene chiamato boot (o bootstrap) e viene completato in un paio di minuti circa.
Il BIOS (Basic Input-Output System) è un tipo di programma che appartiene alla categoria dei firmware, software non modificabili che servono a far funzionare l'hardware. I firmware sono presenti in molti dispositivi elettronici - come TV, cellulari, lettori DVD - e in genere sono contenuti in un chip di memoria EEPROM (un particolare tipo di memoria che normalmente funziona in sola lettura ma che è possibile aggiornare). Nelle schede madri è possibile riconoscere il chip che contiene il BIOS accanto ad una piccola memoria CMOS (simile all RAM) che contiene le informazioni elaborate dal BIOS che vengono conservate in maniera permanente grazie a una batteria tampone. E' il BIOS ad occuparsi della fase POST, cioè a controllare quali dispositivi hardware sono collegati e se funzionano tutti correttamente. Se qualcosa va storto in questa fase viene emesso un “beep” e mostrato a video un messaggio di errore.
Il processo di boot è automatico ma è possibile interagire col BIOS premento alcuni tasti - indicati a video - nelle primissime fasi di avvio. In questo modo si accede ad un menu dal quale è possibile configurare alcuni parametri hardware del computer, impostare l'ora e la data o indicare in quale dispositivo cercare il sistema operativo. Di solito il sistema operativo è contenuto nel primo hard disk, ma potrebbe essere utile avviare il computer da un CD-ROM quando:
- non è presente alcun sistema operativo sull'hard disk e si vuole installarlo da CD-ROM o DVD
- si vuole installare un altro sistema operativo oltre a quello già presente
- il sistema operativo è danneggiato e deve essere ripristinato
Può capitare che il sistema operativo sia stato danneggiato e non sia possibile avviare il PC normalmente; in questi casi Windows permette di avviare il computer in modalità provvisoria, cioè con funzionalità ridotte e caricando il minimo indispensabile del sistema operativo, per cercare di ripristinare il sistema.
2.9 Il monitor e le periferiche di output
In informatica chiamiamo periferiche i dispositivi di ingresso o di uscita collegati al PC. La periferica di uscita che è sempre presente in un PC è il monitor (o schermo o video). Oggi la quasi totalità dei monitor sono a schermo piatto a cristalli liquidi (LCD). Rispetto ai vecchi monitor a tubo catodico (CRT) presentano questi vantaggi:
- sono più economici
- sono meno ingombranti
- consumano meno
- sono più riposanti per la vista (non c'è sfarfallio)
- sono più adatti per certi tipi di applicazioni dove è importante che lo schermo sia assolutamente piatto
Il fatto che lo stesso tipo di schermi sia usato anche per le TV ha permesso di abbassare notevolmente il prezzo dei monitor TFT. Gli unici difetti che presentano sono:
- la qualità delle immagini cala drasticamente quando si guarda lo schermo con una certa angolazione (angolo di visione)
- la fedeltà dei colori (in particolare del nero)
Le principali caratteristiche di un monitor sono:
- le dimensioni dello schermo, indicate misurando la diagonale in pollici (1 pollice = 2,5 cm circa)
- il rapporto d'aspetto, ovvero il rapporto tra larghezza e altezza; 16:9 per gli schermi wide (formato cinema) e 4:3 per quelli tradizionali (come le vecchie TV)
- la risoluzione espressa in pixel orizzontali per pixel verticali (da 1024×768 in su, 1920×1080 per le TV HD)
Le immagini vengono formate sul monitor come un mosaico di tanti tasselli che possono assumere un determinato colore. Questi tasselli sono i pixel e, ovviamente, più ce ne sono e maggiore sarà la definizione dello schermo. La qualità delle immagini però non dipende solo dalla risoluzione ma anche dalle dimensioni dello schermo. Ad esempio lo schermo di un iPhone 4 ha una maggiore definizione di quella dei monitor nel nostro laboratorio; infatti anche se la risoluzione (960×640) è inferiore, tutti questi pixel sono concentrati in uno schermo di appena 3,5 pollici. Per poter confrontare schermi di dimensioni diverse allora si fa riferimento ai DPI (Dots Per Inch) dello schermo cioè il numero di punti contenuti in un pollice di lunghezza. Nell'esempio precedente il monitor del laboratorio ha un valore DPI minore di quello di un iPhone.
Con le stampanti è possibile può produrre output su carta. Le principali caratteristiche delle stampanti sono:
- la tecnologia impiegata: a getto d'inchiostro, più adatte ad un uso domestico e alla stampa fotografica, e quelle laser, più veloci e adatte ad un uso da ufficio
- il tipo di connessione: parallela (ormai in disuso), USB, o di rete (tramite cavo ethernet)
- la velocità di stampa espressa in pagine per minuto
- la capacità di stampare fronte/retro
- la qualità della stampa
Esistono tante altre periferiche di uscita, ad esempio gli altoparlanti, e ci sono una serie di periferiche che sono sia di ingresso che di uscita, come gli schermi touchscreen montati su tablet e smartphone o le stampanti multifunzione con fax e scanner integrati.
2.10 Tastiera, mouse e periferiche di input
Le principali periferiche di ingresso presenti in ogni computer sono la tastiera e il mouse, grazie ai quali controlliamo il PC, immettiamo data e digitiamo testi.
La tastiera è composta da una serie di tasti alfanumerici (lettere, numeri e simboli comuni), tasti funzione (da F1
a F12
) e tasti di controllo (Ctrl
, Alt
, ecc.). Quando premiamo un tasto alfanumerico sul video compare il carattere corrispondente nella posizione indicata dal cursore, una barretta verticale che ci fa capire in quale punto del testo ci troviamo. Gli altri tasti non stampano caratteri ma hanno questi effetti:
- la barra spaziatrice inserisce uno spazio
- il tasto
Backspace
(←) cancella il carattere a sinistra del cursore - il tasto
Canc
cancella il carattere a destra del cursore - Le quattro frecce servono a muoversi all'interno del testo, così come i tasti
Home
eEnd
, che spostano il cursore all'inizio o alla fine del testo, e i tastiPgSu
ePggiù
(PgUp
ePgDown
) fanno scorrere il testo di una videata - il tasto
Insert
cambia la modalità di inserimento del testo (sostituire o aggiungere caratteri) - il tasto
Tab
(← →) aggiunge una tabulazione nel testo o permette di spostarsi tra gli elementi dell'interfaccia grafica di un programma (pulsanti, menu, campi di inserimento testo, ecc.) - il tasto
Shift
(Maiusc
o ↑) premuto insieme ad un tasto alfanumerico produce il carattere maiuscolo o quello indicato nella parte alta del tasto - il tasto
Shift Lock
(Bloc Maiusc
) attiva e disattiva il blocco maiuscolo (come se il tastoShift
fosse costantemente premuto) - * il tasto
Alt Gr
premuto insieme ad un tasto alfanumerico produce il carattere indicato nella parte destra del tasto (se presente) - il tasto
Invio
permette di andare a capo o serve a confermare un dato - il tasto
Esc
ha un effetto diverso a seconda del contesto; in genere serve ad “uscire” o “annullare” un'operazione - il tasto
F1
è spesso associato con la guida in linea di un programma o del sistema operativo - i tasti
Stamp
,Bloc Scorr
ePausa
hanno effetti diverso a seconda del contesto (in genereStamp
salva un'immagine con la schermata) - i tasti di controllo
Alt
eCtrl
premuti insieme ad altri tasti attivano alcune funzioni dei programmi (ad esempio premendo contemporaneamenteCtrl
eC
si copia il testo selezionato) - il tasto
Windows
attiva il menu del sistema operativo Windows - il tasto a accanto al tasto
Ctrl
posto a destra della tastiera ha lo stesso effetto di un click sul tasto destro del mouse e attiva il menu contestuale relativo alla posizione del cursore
Nella parte destra delle tastiere è spesso presente un tastierino numerico, con tasti numerici e per le quattro operazioni aritmetiche, che facilita l'immissione di dati numerici e i calcoli.
Il mouse è un dispositivo di puntamento indispensabile per utilizzare le interfacce grafiche dei programmi (bottoni, menu, finestre, ecc.). Muovendolo possiamo spostiamo la posizione sullo schermo del puntatore, che ha la forma di una freccia ma può cambiare forma a seconda del contesto. Oggi i mouse funzionano grazie ad un sensore ottico posto nella parte inferiore che ne rileva i movimenti e dispongono di due tasti (sinistro e destro) e una “rotella” che funziona anche da terzo tasto.
Il tasto più importante è il sinistro:
- facendo “click” (premendo e rilasciando) col tasto sinistro: si seleziona un oggetto, si preme un bottone (nell'interfaccia grafica), si apre un menu, si seleziona un comando, si posiziona il cursore del testo
- facendo “doppio click”: si apre un file o si lancia un programma
- tenendo premuto il tasto sinistro e trascinando: si seleziona del testo o dei file
- facendo “click” col tasto destro: si richiama un menu contestuale relativo all'oggetto sopra il quale si trova il puntatore
- muovendo la rotella: si fa scorrere il testo sullo schermo
Per completezza elenchiamo altre periferiche di input:
- la trackball, che funziona come il mouse ma si muove una sferetta invece che spostare il mouse
- il joystick, per i videogame
- il touchpad dei portatili, che funziona come il mouse ma si muove un dito su una piccola area sensibile al tatto invece che spostare il mouse
- gli schermi touchscreen, simili al touchpad ma senza tasti sostituiti da “comandi gestuali”
- i microfoni
- gli scanner, che creano copie digitali dei documenti cartacei (un po' come delle fotocopiatrici a colori ma che producono un file invece che una copia su carta)
- le webcam, telecamerine con microfono integrato utili per effettuare videochiamate
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