Indice

Alimentatori switching

Prerequisiti

Esistono varie tipologie di alimentatori switching (o a commutazione), ma tutti funzionano grazie a:

Il transistor, diversamente da quanto avviene nei regolatori lineari, viene utilizzato esclusivamente in saturazione o in interdizione e questo comporta - almeno idealmente - una dissipazione di potenza nulla sul componente. Infatti, ricordando che la potenza è il prodotto di tensione e corrente, si ha:

quindi zero potenza dissipata sul componente. Nella pratica la situazione è meno favorevole perché durante la commutazione ci sono momenti in cui sono presenti sia la tensione che la corrente1) e perché il comportamento del transistor non è quello di un interruttore ideale; in particolare in saturazione:

La modulazione PWM è una tecnica che permette di ottenere un valore di tensione regolabile a piacere da una sorgente in continua senza dissipare potenza2). La tecnica si basa sull'utilizzo di un componente a semiconduttore che, posto tra sorgente di alimentazione e carico, viene utilizzato come interruttore. Commutando rapidamente tra ON e OFF si applica alternativamente tensione al carico in modo da ottenere un valore medio pari al valore di tensione desiderato. Solitamente la frequenza della tensione rettangolare applicata al carico è costante mentre è possibile regolare il tempo ton durante il quale è applicata piena tensione (cioè la larghezza dell'impulso di tensione).

duty cycle 50% e 75%

Analiticamente, detto ton il tempo durante il quale è applicata tensione e T il periodo della tensione impulsiva, si ha:

`V_(out) = t_(on)/T cdot V_(\C\C) = d cdot V_(\C\C)`

dove d è detto duty cycle.

In tutti gli alimentatori switching è presente un induttore (o, in alternativa, un trasformatore ad alta frequenza) per accumulare e restituire energia. Gli induttori sono sede di fenomeni di autoinduzione3) e il loro comportamento è descritto dalla legge di Ohm per gli induttori:

`v = L (di)/(dt)`

che afferma che:

Quando la corrente che circola su un induttore cala questo diverrà sede di una tensione con verso tale da fare circolare corrente (in questa fase l'induttore eroga energia precedentemente immagazzinata nel campo magnetico) mentre quando la corrente cresce l'induttore genera una tensione che tende a limitare la corrente (l'induttore accumula energia)4).

Generalità

Gli alimentatori a commutazione (con una sigla SMPS cioè switched mode power supply) costituiscono una soluzione alternativa rispetto a quelli lineari. Rispetto a questi presentano i seguenti vantaggi:

Gli svantaggi rispetto alla soluzione lineare sono invece:

L'esplosione del mercato dell'elettronica di consumo ha reso la soluzione switching sempre più economica e vantaggiosa; oggi quasi tutti gli apparecchi elettronici (PC, caricabatterie, TV, ecc.) sono alimentati grazie ad un alimentatore switching.

Classificazione degli alimentatori switching

In un alimentatore switching è presente:

Il primo stadio non è diverso da quello che troviamo negli alimentatori lineari o in quelli non stabilizzati ed è già stato trattato; il secondo, il regolatore vero e proprio, è quello che caratterizza le varie tipologie di alimentatori switching.

I convertitori DC-DC si distinguono in:

Il trasformatore dei convertitori DC-DC isolati sostituisce quello dello stadio raddrizzatore e svolge più funzioni:

Per queste applicazioni si usano trasformatori particolari - realizzati in ferrite e di dimensioni molto ridotte - fatti per lavorare ad alta frequenza. Questa soluzione è più complicata ma permette di costruire alimentatori molto compatti. La maggior parte degli alimentatori SMPS (caricabatterie dei cellulari, alimentatori per PC, ecc.) usano un convertitore di questo tipo (si parla di topologia flyback).

Nei convertitori DC-DC non isolati l'isolamento tra alta e bassa tensione è realizzato dal trasformatore tradizionale presente nello stadio AC-DC a monte. Questa soluzione permette di realizzare convertitori DC-DC compatti, economici e integrati, che possono essere montati direttamente sulla scheda accanto al componente che deve essere alimentato.

La soluzione che si sta affermando oggi nei sistemi più complessi - un PC ad esempio - è quella di utilizzare SMPS modulari: il convertitore AC-DC e quello DC-DC sono racchiusi in un modulo standard di media potenza che produce una tensione DC stabilizzata principale a cui si affiancano tanti piccoli convertitori DC-DC, integrati e non isolati, posti accanto ai carichi che richiedono tensioni diverse da quella principale.

Convertitore step-down o buck

Il convertitore DC-DC più utilizzato è quello step down (o buck) illustrato in figura. E' un convertitore non isolato usato per abbassare la tensione (step down) senza cambiarne il verso. La regolazione è affidata a un sistema di controllo che misura la tensione in uscita e regola di conseguenza il duty-cycle del segnale PWM che comanda il componente usato come interruttore (un transistor BJT in figura).

convertitore step-down o buck

Per comprendere il funzionamento del regolatore supponiamo che corrente e tensione in uscita siano costanti (nel breve periodo) ed esaminiamo il comportamento del circuito quando l'interruttore è chiuso e aperto:

Le figure sotto evidenziano il percorso e il verso delle correnti nello stato ON e OFF.

circolazione della corrente nella fase ON e OFF in un convertitore step-down

Dalle due figure notiamo anche che nello stato ON l'induttore è soggetto alla tensione costante VL=Vi - Vo mentre nello stato OFF alla tensione costante -Vo5). Allora, per la legge di Ohm dell'induttanza, la corrente sull'induttore cresce e cala durante i due stati con pendenza costante6) e il suo valore medio corrisponde alla corrente sul carico, come mostrato in figura7). Il condensatore assorbe corrente nella fase ON e la eroga nella fase OFF mantenendo la corrente al carico costante. L'induttore, assorbendo ed erogando energia, è il componente che trasmette energia dall'ingresso al carico.

tensione e corrente nell'induttore in un convertitore step-down

Applicando la legge di Ohm si può calcolare l'aumento di corrente nello stato ON:

`Delta i_(ON) = {:(V_i - V_o)/L:}t_(ON)`

e la diminuzione di corrente nello stato OFF:

`Delta i_(OFF) = -{:(V_o)/L:}t_(OFF)`

Eguagliando le due variazioni, che a regime devono essere uguali8), si ottiene:

`V_o = V_i t_(ON)/T= V_i d`

dove d è il duty-cycle della tensione impulsiva.

Convertitore step-up o boost

Il convertitore DC-DC boost produce in uscita una tensione più grande di quella in ingresso 9). Per comprenderne il funzionamento esaminiamo lo schema seguente:

convertitore boost

Quando il transistor è ON:

Quando il transistor è OFF:

Le figure seguenti mostrano come circola la corrente nei due stati ON e OFF.


circolazione della corrente nella fase ON e OFF del convertitore boost

Convertitore buck-boost

Il convertitore buck-boost è un convertitore DC-DC invertente che produce una tensione in uscita di segno opposto rispetto a quella di ingresso. Per comprenderne il funzionamento esaminiamo il circuito seguente:

convertitore buck-boost

Quando il transistor è ON:

Quando il transistor è OFF:

La figura seguente mostra la circolazione di corrente nelle due fasi.

circolazione di corrente nelle fasi ON e OFF nel convertitore buck-boost

Convertitore flyback

Il convertitore flyback è un convertitore DC-DC isolato che produce una o più tensioni in uscita. Gli alimentatori che usano questo tipo di convertitore sono piccoli e leggeri perché induttore e trasformatore di rete sono sostituiti da un singolo trasformatore ad alta frequenza (piccolo, in ferrite e con traferro). Lo schema semplificato di un convertitore flyback è il seguente.

convertitore flyback

Nella fase ON:

Nella fase OFF:

La figura seguente mostra la circolazione di corrente nelle due fasi.

circolazione di corrente nella fase ON e OFF di un convertitore flyback

Altre tipologie di convertitori

Esistono molte altre tipologie di convertitori; ad esempio per potenze medie e elevate si usano convertitori con più di un transistor (push-pull, half-bridge, full-bridge). Ci sono poi particolari soluzioni che permettono di migliorare le prestazioni degli alimentatori switching:

Note applicative

Nel progetto di un alimentatore switching, per ottenere buone prestazioni ed evitare instabilità, bisogna prendere particolari accorgimenti sia nella scelta dei componenti che nel layout del circuito stampato. I problemi principali nascono dal fatto che i circuiti operano a frequenze elevate e con correnti impulsive.

Tra i componenti bisogna scegliere i condensatori elettrolitici adatti perché questo tipo di condensatori:

Per questo motivo è bene scegliere condensatori elettrolitici per alta frequenza e mettere in parallelo condensatori a film (e/o ceramici a strato) di capacità minore che hanno ottime prestazioni in alta frequenza.

Anche gli induttori e i trasformatori devo essere per alta frequenza, con nuclei:

Il layout del circuito deve essere particolarmente curato; in particolare bisogna:

Per quel che riguarda le masse ci sono due soluzioni alternative:

Glossario

nome significato
SMPS switched mode power supply: alimentatore a commutazione
PWM pulse width modulation: modulazione a larghezza di impulso
PFC power factor correction: correzione del fattore di potenza
EMCelectromagnetic compatibility
EMIelectromagnetic interference
RFI radio frequency interference
flyback convertitore DC-DC isolato
buck/step-down convertiore DC-DC non isolato che abbassa la tensione
boost/step-up convertiore DC-DC non isolato che alza la tensione
soft switchottimizzazione della commutazione che migliora l'efficienza
resonant PSottimizzazione della commutazione che migliora l'efficienza
PS sincronoconvertitore ad alta efficienza che usa due transistor invece che diodo e transistor
chopper convertitore DC-DC

L'integrato LM2576

L'LM2576 è un regolatore per convertitori DC-DC step-down con le seguenti caratteristiche:

Il datasheet dell'LM2576 della Texas Instruments riporta molte informazioni utili; indichiamo di seguito i contenuti più interessanti:

Risorse

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1)
questo problema è via via più evidente all'aumentare della frequenza di commutazione
2)
al contrario di quello che avviene usando un potenziometro o un transistor nel funzionamento attivo lineare
3)
tensioni indotte dovute a variazioni di flusso concatenato generato dall'induttore stesso
4)
come esempio di applicazione si veda il circuito bobina/candela di un automobile illustrato a pagina 3 della guida TI ai regolatori switching
5)
nell'ipotesi di diodo ideale con cdt nulla in conduzione
6)
la pendenza corrisponde alla derivata della corrente e questa, secondo la legge di Ohm a inizio pagina, è proporzionale alla tensione applicata all'induttore, che in questo caso assume due valori costanti
7)
nella figura si assume Vi-Vo maggiore di Vo ma spesso non è questo il caso, ad esempio se Vi è circa 7V e Vo 5V
8)
altrimenti la corrente sull'induttore continuerebbe a salire o diminuire
9)
la corrente in uscita, per ovvi motivi, sarà più bassa di quella in ingresso
10)
i “pallini” neri nei due avvolgimenti mostrano la correlazione tra i versi delle rispettive tensioni; quando in ingresso è rivolta verso l'alto al secondario è rivolta il basso
11)
gli SMPS non sono né capacitivi né induttivi ma sono carichi non lineari che assorbono corrente impulsiva