Indice

Unità 2 - Caratteristche fisiche dei materiali

Premesse:

Prima di cominciare occorre fare una importante distinzione tra due discipline dell'area elettrica:

Il testo prende in esame le caratteristiche elettriche, magnetiche e ottiche dei materiali. Considerando il nostro indirizzo:

1 Caratteristiche elettriche

Il testo distingue tra:

e sulla base di questa distinzione introduce alcune grandezze elettriche fondamentali.

Elettrostatica

Esempi di fenomeni elettrostatici sono:

La carica elettrica è una proprietà della materia, il suo simbolo è Q e la sua unità di misura è il Coulomb (simbolo C). Ogni corpo possiede cariche positive (i protoni) e negative (gli elettroni) ma in genere è elettricamente neutro perché le cariche positive eguagliano quelle negative. Un corpo diviene carico se acquista o cede elettroni, assumendo carica:

I corpi carichi interagiscono tra loro con fenomeni elettrostatici - forze di attrazione o repulsione - riconducibili alla legge di Coulomb. Questa afferma che:

Nello spazio circostante un corpo carico si manifesta un campo elettrico; con questo termine si indica sia la zona di spazio dove nascono forze elettrostatiche dovute al corpo carico che un vettore che misura l'intensità di queste forze2). Dove è presente un campo elettrico si definisce il potenziale elettrico come l'energia necessaria a portare una carica unitaria (un Coulomb) al di fuori del campo elettrico.

Il campo elettrico ed il potenziale sono grandezze riferite ad un punto dello spazio; più spesso interessa la differenza di potenziale (o tensione) tra due punti definita come l'energia spesa per spostare una carica unitaria tra i due punti. Con una formula:

`V_(AB) = V_A - V_B = E_(AB) / Q [V]`

dove VAB rappresenta la tensione tra il punto A e il punto B, EAB l'energia e Q la carica. La tensione e il potenziale si misurano in Volt. La tensione ha un verso e l'ordine in cui sono indicati i due punti è importante: il primo è il punto a potenziale maggiore (positivo) e il secondo a quello a potenziale minore (negativo). Allora VAB è la tensione tra il punto A e il punto B dove A è il punto positivo mentre VBA = - VAB.

E' necessaria una precisazione: la tensione è sempre definita tra due punti; quando si sente parlare di una “tensione in un punto” bisogna considerare:

Il punto di riferimento a zero Volt viene chiamato:

Nei circuiti elettrici ed elettronici le tensioni vengono imposte da dei componenti detti generatori di tensione che:

Sono generatori di tensione le batterie, gli alimentatori, le dinamo, gli alternatori (la tensione che troviamo nelle prese è prodotta da un alternatore nella centrale elettrica).

Nei circuiti di solito scorre corrente; non vi è accumulo di carica - le cariche sono in movimento - e di conseguenza non si manifestano fenomeni elettrostatici. Fa eccezione il condensatore, un componente presente tantissimi circuiti elettronici, che sottoposto a una tensione è in grado di accumulare carica ed energia. Un condensatore è fatto di due superfici di materiale conduttore separate da un isolante (figura 4). Applicando una tensione si accumula una carica uguale ma di segno opposto sulle due superfici e nel materiale isolante si manifesta un campo elettrico. L'energia spesa per caricare il condensatore - cioè accumulare carica - è immagazzinata nel campo elettrico e può essere restituita al circuito scaricando il condensatore. La carica accumulata è proporzionale alla tensione applicata secondo la formula:

`Q = CV`

dove C è la capacità del condensatore, un parametro che dice quanta carica può accumulare un condensatore per ogni Volt di tensione applicata. La capacità si misura in in Farad (simbolo F).

Elettrodinamica

La corrente elettrica è un movimento ordinato di elettroni in un conduttore 4). Per quantificare questo fenomeno definiamo la grandezza intensità di corrente elettrica - che d'ora in poi chiameremo semplicemente corrente - come la carica che nell'unità di tempo attraversa la sezione di un conduttore. Si può esprimere questa definizione con la formula:

`I=Q/t [A]`

dove I è il simbolo della corrente e A il simbolo della sua unità di misura, l'Ampère. La corrente ha un verso che per convenzione è opposto a quello in cui si muovono gli elettroni. Questa scelta può sembrare strana ma non complica lo studio dei circuiti dove conta solo il verso della corrente, indicato con una freccia.

Perché possa circolare corrente in un conduttore devono essere vere due condizioni:

Nella definizione precedente con la parola conduttore si intende un componente che può essere attraversato da corrente5); ciò avviene quando il conduttore è sottoposto a tensione. La caratteristica principale di un conduttore è la sua resistenza. E' una costante che quantifica quanto il conduttore si oppone al passaggio di corrente ed è definita come il rapporto tra la tensione applicata a un conduttore e la corrente che lo attraversa. Con una formula:

`R=V/I [Ω]`

dove R è il simbolo della resistenza e Ω quello della sua unità di misura, l'Ohm. La formula sopra è nota come legge di Ohm, ed è probabilmente la formula più importante dell'elettronica. Più spesso viene scritta così:

`V=R*I`

e afferma che in un conduttore di resistenza R la tensione e la corrente sono proporzionali (R infatti è costante). A seconda del conduttore la resistenza può avere valori molto diversi; ad esempio:

La resistenza di conduttore dipende dalla sezione e dalla lunghezza del conduttore ma anche dal materiale utilizzato, in particolare dalla sua resistività. Questo parametro mi dice se un materiale è conduttore o isolante cioè se offre poca resistenza al passaggio di corrente o se ne impedisce il passaggio. Sono buoni conduttori il rame, l'alluminio, l'oro, l'argento (vedi il basso valore di resistività indicato nella tabella 1); sono buoni isolanti le materie plastiche, il vetro, la porcellana.

Quando una corrente attraversa un conduttore viene dissipata della potenza elettrica in calore. Il fenomeno è chiamato effetto Joule e la potenza dissipata si calcola così:

`P=RI^2 [W]` oppure `P=V^2/R [W]`

dove P è la potenza e W il simbolo del Watt, la sua unità di misura. Le comuni lampade a incandescenza (alogene o tradizionali a filamento e bulbo di vetro) funzionano secondo questo principio. Il filamento, attraversato da corrente, si riscalda per effetto Joule fino a diventare incandescente tanto da emettere luce7). La formula appena vista permette di calcolare la potenza elettrica assorbita e trasformata in calore dai conduttori ma è un caso particolare; più in generale la potenza elettrica di un componente si calcola con:

`P=VI [W]`

ovvero prodotto della tensione ai capi del componente per la corrente che lo attraversa. La potenza elettrica erogata da una batteria o quella consumata da un LED - che non sono dei conduttori e non hanno resistenza - si calcola in questo modo8).

Terminiamo il paragrafo sulle proprietà elettriche con un cenno a una categoria di materiali importantissima per l'elettronica: i semiconduttori. Ogni apparecchio elettronico contiene dei componenti a semiconduttore, in genere realizzati a partire da un materiale semiconduttore - solitamente il silicio - sottoposto a particolari trattamenti tecnologici; questi componenti possono essere:

L'impiego dei materiali semiconduttori ha permesso di costruire dispositivi elettronici piccoli, affidabili, efficienti e miniaturizzati a un costo molto basso, dando un impulso straordinario all'industria elettronica.

I materiali semiconduttori non sono né conduttori né isolanti. Il silicio usato in elettronica viene sottoposto ad un trattamento detto drogaggio che modifica le proprietà elettriche del materiale aggiungendo piccolissime quantità di altri elementi (fosforo, boro), e permette di realizzare i due componenti base dell'elettronica:

In entrambi i casi il silicio (drogato) si comporta a volte come conduttore e a volte come isolante in base alle sollecitazioni elettriche applicate.

2 Caratteristiche magnetiche

Esiste un forte legame tra elettricità e magnetismo: è possibile geneare un campo magnetico con la corrente ma anche produrre tensioni con un magnete. L'elettromagnetismo studia quei fenomeni che coinvolgono contemporaneamente grandezze elettriche e magnetiche; questi fenomeni fanno funzionare motori elettrici, generatori, trasformatori, e un gran numero di sensori.

Magnetismo e materiali ferromagnetici

Un magnete è un corpo che possiede proprietà magnetiche e può interagire con altri magneti dando luogo a forze di attrazione e repulsione. Ogni magnete è caratterizzato da due polarità, Nord e Sud, entrambe sempre presenti; in base a queste è possibile stabilire il verso delle forze:

I magneti possono interagire anche con una particolare categoria di materiali - i ferromagnetici - con forze di attrazione. Questi materiali sono caratterizzati da un'elevata permeabilità magnetica, un parametro che ne quantifica le proprietà magnetiche. I principali materiali ferromagnetici sono: il ferro, il nichel e il cobalto.

Nello spazio attorno a un magnete si crea un campo magnetico; anche in questo caso si intende sia la zona di spazio dove si manifestano fenomeni magnetici che la grandezza vettoriale che ne quantifica l'intensità. Questi effetti non dipendono soltanto dall'intensità del campo magnetico ma anche dalla permeabilità del materiale presente. Per questo motivo dove si sfrutta il magnetismo è sempre presente il ferro (ad esempio le parti principali dei motori elettrici sono in ferro e ospitano circuiti in rame).

Elettromagnetismo

Esaminiamo rapidamente i principali fenomeni elettromagnetici sfruttati nelle applicazioni elettriche ed elettroniche:

Torna all'indice.

1)
anche se una parte dell'elettronica si occupa della trasmissione di segnali sotto forma di impulsi luminosi invece che elettrici, come avviene nelle fibre ottiche
2)
nell'unità di carica
3)
il potenziale è una grandezza che non si può misurare ma prendere un punto come riferimento per tutte le tensioni equivale a ragionare con una differenza di potenziale che è invece misurabile
4)
questo è quello che avviene normalmente nei circuiti elettrici; esistono altri tipi di corrente che coinvolgono anche cariche positive, ad esempio nelle scariche elettriche e negli elettroliti
5)
da non confondere con un materiale conduttore
6)
a volte chiameremo “resistenza” il componente resistore; ad esempio con “resistenza da 20 Ω” intendiamo un resistore la cui resistenza vale 20 Ω
7)
il motivo del basso rendimento - o alto consumo - di queste lampade è che una gran quantità di energia viene sprecata in calore mentre la luce è una sorta di effetto collaterale
8)
si ricorda che la definizione generica di potenza, è quella di energia trasformata nell'unità di tempo o lavoro compiuto nell'unità di tempo
9)
una spira è un giro attorno al cilindro su cui è avvolta la bobina