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Unità 15 - Segnali ed elettronica analogica

Alcuni degli argomenti di questa unità sono stati trattati precedentemente nel testo o negli appunti. In questi casi, per evitare ripetizioni, si farà riferimento alla sezione corrispondente.

1 I segnali

Abbiamo già dato la definizione di segnale come di una grandezza elettrica che rappresenta un'informazione. Distinguiamo tra segnali:

I segnali digitali sono discreti (tra due valori successivi non ce n'è uno intermedio) mentre quelli analogici sono continui (tra due valori ce ne sono infiniti intermedi). Le grandezze fisiche con cui abbiamo a che fare in natura sono analogiche mentre l'elettronica utilizza prevalentemente - ma non solo - segnali digitali; per passare da un tipo di segnale all'altro sarà necessario utilizzare un convertitore analogico-digitale o digitale-analogico.

La grandezza elettrica utilizzata per rappresentare i segnali digitali - solitamente la tensione - può assumere solo due valori: alto e basso, rappresentati dai valori logici 1 e 0. Un segnale binario di questo tipo può essere utilizzato solo per rappresentare informazioni caratterizzate da due stati (ad esempio acceso/spento, vero/falso). In tutti gli altri casi è necessario codificare le informazioni, cioè rappresentare con una sequenza di valori logici 0 e 1.

Tra le varie forme d'onda che può avere un segnale analogico quella sinusoidale1) è la più importante. Infatti, applicando il teorema di Fourier, è possibile rappresentare qualunque altro tipo di segnale con una somma di sinusoidi di frequenza multipla di quella del segnale di partenza dette armoniche. La figura 3 ad esempio mostra come un'onda quadra possa essere approssimata sommando tante sinusoidi. Le armoniche sono le componenti del segnale alle varie frequenza (si pensi ad esempio alla regolazione di bassi e alti nell'audio) e permettono di studiare un segnale nel dominio della frequenza. La figura 4 mostra lo spettro di un segnale: una rappresentazione grafica che mette in evidenza l'ampiezza delle armoniche di un segnale alle varie frequenze2).

2 Generazione di segnali: i trasduttori

Un sensore (o trasduttore) è un dispositivo che converte una grandezza fisica in un segnale elettrico. Il segnale generato da un sensore viene:

Esistono varie tipologie di trasduttori. Il modo più semplice di classificarli è in base alla grandezza acquisita.

Trasduttori e attuatori di suono

Il suono è una variazione della pressione dell'aria che si trasmette nell'ambiente; i segnali udibili dall'uomo hanno frequenza che vanno da 20Hz a 20kHz. Il suono è acquisito da microfoni e riprodotto da diffusori o altoparlanti, apparecchi che sfruttano lo stesso fenomeno ma in maniera inversa (segnale → suono, suono → segnale). I più comuni sono:

Trasduttori di velocità (tachimetri)

Questi sensori trasformano una velocità di rotazione in un segnale. Esempi di trasduttori di velocità sono:

Trasduttori di posizione

Misurano uno spostamento o una rotazione. I più comuni sono:

Trasduttori di luminosità

Tra questi citiamo:

Trasduttori di campo magnetico

I più comuni sono:

Trasduttori di temperatura

Tra le varie tipologie di sensori di temperatura citiamo:

Trasduttori di forza e pressione

La forza e la pressione sono misurate sfruttando lo stesso tipo di trasduttore, che può funzionare grazie:

3 Trattamento del segnale analogico

I segnali provenienti dai sensori (o da un'antenna ricevente) sono molto deboli; per poterli utilizzare è necessario modificarli in modo da

L'elaborazione dei segnali di solito comprende:

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1)
abbiamo già visto che questo tipo di segnale è caratterizzato da ampiezza, frequenza (o periodo) e fase
2)
qui un'immagine che mostra la relazione un segnale e il suo spettro