In qesto capitolo esamineremo il funziomanto dell'amplificatore ad emettitore comune in centro banda e per piccoli segnali dove:
Lo studio grafico è importante per capire come funziona l'amplificatore ad emettitore comune ma poco pratico dal punto di vista applicativo. Nel paragrafi successivi introdurremo un modello semplificato (e linearizzato) del BJT che permette uno studio analitico dell'amplificatore.
In questo capitolo vedremo due applicazioni tipiche del condensatore che permettono di separare la componente continua e quella alternata di un segnale:
Questo è possibile perché in continua un condensatore si comporta come un interruttore aperto mentre in alternata, se la frequenza del segnale è sufficientemente elevata, la sua reattanza diventa trascurabile1) e il condensatore si comporta come un cortocircuito2).
Nello studio degli amplificatori si fa uso delle seguenti convenzioni:
La figura 1a rappresenta un amplificatore ad emettitore comune senza carico. Nel circuito si riconosce la rete polarizzatrice del BJT a cui è stata collegata una sorgente di segnale - il generatore di tensione vs e resistenza interna Rs - tramite un condensatore di accoppiamento 3). La tensione in ingresso è quella ai capi della sorgente del segnale (resistenza interna compresa), quella in uscita è prelevata tra collettore e massa.
Vogliamo analizzare il comportamento dell'amplificatore quando in ingresso è presente un segnale sinusoidale applicando la sovrapposizione degli effetti, cioè studiando separatamente gli effetti della continua (rete di polarizzazione) e dell'alternata (il segnale vero e proprio). E' possibile applicare la sovrapposizione perché polarizzando correttamente il BJT e limitandosi a piccoli segnali si impiega il transistor nella zona di funzionamento lineare 4).
Applicando la sovrapposizione degli effetti si individuano due circuiti:
Il circuito statico concide col circuito di polarizzazione diretta del BJT e permette di individuare il punto di funzionamento a riposo in ingresso e in uscita come già visto nel capitolo precedente (figura 2a e figura 2b).
Nel circuito dinamico osserviamo che:
Per poter studiare il circuito dinamico occorre immaginare che la continua sia comunque presente, in modo da garantire un comportamento lineare del BJT e quindi una corretta applicazione della sovrapposizione degli effetti. In altri termini consideriamo il BJT polarizzato correttamente e valutiamo le variazioni introdotte dalla componente alternata del segnale nell'intorno del punto di lavoro a riposo.
La figura 4 mostra il risultato della sovrapposizone degli effetti in ingresso. Osserviamo che:
In definitiva se le oscillazioni introdotte dal segnale alternato hanno ampiezza contenuta (quindi per piccoli segnali) il circuito è linerare e ib è sinusoidale.
Le variazioni di iB introducono a loro volta delle oscillazioni nel punto di funzionamento in uscita. Osservando la figura 5 notiamo che:
Da quanto visto possiamo concludere che:
Se con un altro condensatore di accoppiamento colleghiamo in uscita un carico RL la retta di carico dinamica presenterà una pendenza diversa rispetto a quella statica 7); tuttavia se RL è molto maggiore di RC si può considerare solo RC e fare riferimento sempre alla caratteristica statica.
Nello studio dell'amplificatore ad emettitore comune non è possible applicare rigorosamente il principio di sovrapposizione degli effetti perché il transistor è un componente non-lineare. Tuttavia il BJT si comporta in maniera lineare:
Se il BJT funziona con piccoli segnali (comportamento lineare) e in centro banda (effetti capacitivi trascurabili) è possibile rappresentarlo con un modello semplificato: il circuito equivalente a parametri h 8). Esistono altri modelli del transistor ma questo è il più utilizzato perché è semplice e facilmente interpretabile (i parametri hanno un significato fisico ben preciso).
Il circuito equivalente a parametri h nella configurazione ad emettitore comune contiene due generatori comandati e due resistenze collegati in modo da formare due generatori reali comandati, uno di tensione in ingresso e uno di corrente in uscita (figura 9). I parametri dei quattro componenti sono legati tra loro dalle relazioni:
`v_(be) = h_(ie)i_b+h_(re)v_(ce)`
`i_c=h_(fe)i_b + h_(oe)v_(ce)`
e dipendono dalla polarizzazione del transistor (sono definiti nell'intorno del punto di funzionamento a riposo). Dalle formule è possibile ricavare la definizione dei quattro parametri:
`h_(ie)=v_(be)/i_b|_(v_(ce)=0)` `quad , quad h_(re)=v_(be)/v_(ce)|_(i_b=0)` `quad , quad h_(fe)=i_c/i_b|_(v_(ce)=0)` `quad , quad h_(oe)=i_c/v_(ce)|_(i_b=0)`
Il significato dei quattro parametri è il seguente:
Il modello a parametri h permette lo studio dell'amplificatore per via analitica: dal circuito completo di figura 8a si ricava quello dinamico di figura 8b e si sostituisce al BJT il suo circuito equivalente ottenendo il circuito di figura 9 che sarà oggetto del prossimo paragrafo.
Se si trascurano hre e hoe si ottiene un modello generalizzato ancora più semplice che può essere utilizzato anche nelle configurazioni a collettore comune e base comune.
Nelle figure 14a, 14b e 14c sono rappresentati tre amplificatori ad emettitore comune con polarizzazione diretta, automatica e automatica con partitore di base. Negli ultimi due è inserito un condensatore di bypass che esclude la resistenza RE per la componente alternata del segnale 10). I tre amplificatori posso essere ricondotti allo stesso circuito dinamico di figura 14d e quindi, sostituendo al BJT il suo circuito equivalente a parametri h, al circuito di figura 15. Notiamo che nonostante la presenza di RE l'emettitore risulta dinamicamente a massa e in comune tra ingresso e uscita. Studiando questo circuito è possibile ricavare i quattro parametri dell'amplificatore: guadagno di tensione, resistenza di ingresso, resistenza di uscita e guadagno di corrente.
Applicando la definizione di guadagno di tensione:
`A_(vL)=v_o/v_i~=-(h_(fe)R_P)/h_(ie)`
dove RP è il parallelo tra RL e RC e hoe è stata trascurata.
Osserviamo che:
La resistenza di ingresso vale:
`R_i=v_i/i_s=R_B////h_(ie)`
Il suo valore risulta abbastanza basso perché limitato da quello di hie che di solito è di pochi kiloohm (un amplificatore ideale di tensione ha resistenza infinita). Una conseguenza è che la tensione vi risulta sensibilmente minore di vs; possiamo tenerne conto con il guadagno di tensione totale rispetto a vs che vale:
`A_(vLT)=v_o/v_s=A_(vL)v_i/v_s=A_(vL)R_i/(R_i+R_s)`
Per il calcolo della resistenza di uscita dobbiamo considerare vs cortocircuitata (vedi paragrafo 3 sezione 12a); si ottiene:
`R_o=1/h_(oe)////R_C~=R_C`
dove hoe è solitamente trascurabile. Anche questo valore si discosta da quello di un amplificatore di tensione ideale (resistenza di uscita zero) e comporta un'ulteriore diminuzione di tensione.
Per il calcolo del gudagno di corrente è sufficiente utilizzare la formula già vista nella sezione 12a:
`A_i=i_o/i_i=-(v_o/R_L)/(v_i/R_i)=-A_(vL)R_i/R_L`
Si tratta di un valore elevato e positivo perché AvL è negativo.
Torna all'indice.